Gestione allenamento: discorsi dell’insegnante (leggi educatore)

Ulteriore spunti dal libro “Schemi Motori di base”.

Discorsi lunghi dell’insegnante che vanno oltre le capacità di attenzione e la “pazienza”
dei bambini.
Lo sviluppo del linguaggio, che aumenta in modo sempre crescente in questa età, ha una
notevole influenza sull’apprendimento e quindi sul comportamento motorio. Generalmente i
bambini di tre anni hanno capacità molto limitate per reagire autonomamente e correttamente
ad istruzioni unicamente verbali, perché possono seguire correttamente solo semplici
incitamenti. Istruzioni verbali più dettagliate vengono comprese solo se collegate chiaramente
con la dimostrazione del movimento richiesto o se chi insegna partecipa all’attività. Solo
più tardi, se il compito motorio che debbono svolgere viene formulato in modo chiaro ed
adeguato alle loro possibilità di comprensione linguistico-simbolica, i bambini sono in grado
di comprendere perfettamente il senso delle parole e di reagire secondo la consegna ricevuta
rispondendo con movimenti adatti.
Va tenuto conto che il linguaggio ed il pensiero del bambino di età prescolare restano
comunque legati a ciò che è visibile, concreto e rapportato a se stesso.
Consigli

  • Spiegazioni molto semplici, chiare, brevi e, come già precedentemente detto,
    dimostrazioni concrete da parte dell’insegnante o, in seguito, anche da parte di un bambino
    stesso.
    In questo, possono aiutare molto la presenza di punti di riferimento precisi come, ad
    esempio, le tante righe colorate segnate a terra con le quali si può preparare la palestra o lo
    spazio adibito a ciò (vedi preparazione della palestra) o l’organizzazione degli attrezzi.
    Per cui risulterà più semplice per i bambini e per l’insegnante la consegna: bambini in riga, in
    fila o in gruppo sulla riga blu, rossa, gialla, vicino o lontano da un attrezzo e così via, tenendo
    presente anche delle grosse difficoltà che hanno i bambini nell’organizzarsi nello spazio.
    Col tempo, sarà possibile sostituire le parole “riga rossa” con un termine più tecnico “linea di
    fondo campo” o il “distesi a terra pancia in su” con il termine “posizione supina”.
    In questo modo si potrà arricchire il lessico del bambino e favorire la sua capacità, in costante
    aumento, di recepire informazioni..
    Ogni definizione di attività fatta usando solo un linguaggio “bambinesco” può essere vista
    come una perdita di tempo ed uno spreco di preziose opportunità per il necessario continuo
    arricchimento.
  • Abbiamo richiamato in questo lavoro l’importanza di aumentare in modo progressivo le
    difficoltà delle attività, tenendo ben presente i principi “ dal facile al difficile”, “dal semplice al
    complesso”: questo vale anche per la spiegazione delle consegne motorie. L’illustrazione di
    una nuova attività si limiterà inizialmente ai suoi elementi fondamentali e solo quando questi
    saranno acquisiti da parte del bambino essa si arricchirà progressivamente di elementi più
    complessi.
    Ad esempio, al comando“Bambini, correte; al segnale sedetevi a terra” mi accontenterò
    che il bambino esegua una semplice corsa e poi si sieda dove vuole (i bambini tendono a
    sedersi uno accanto all’altro senza sfruttare adeguatamente lo spazio). Quando il bambino
    avrà dimostrato di aver appreso questa semplice consegna mi sarà possibile disporre nello
    spazio tanti cerchi quanti sono i bambini e dopo la corsa chiederò loro di sedersi dentro un
    cerchio.
    Il passo successivo sarà di togliere i cerchi e la richiesta sarà di sedersi “lontano dai compagni”,
    come se a terra ci fossero ancora i cerchi.
    In questo modo avrò progressivamente aggiunto ulteriori richieste sempre più complesse rispetto
    alla semplice consegna iniziale senza perdermi in spiegazioni verbali che, pur ricche di
    particolari, possono portare con sè il rischio di annoiare e di rendere difficile la comprensione
    da parte del bambino.
    Operando in questo modo, l’obiettivo della percezione dello spazio verrà progressivamente
    raggiunto.
  • Uso di un linguaggio semplice. Dovrò assicurarmi che i bambini abbiano compreso e
    comprendano il significato delle parole in quanto, a volte, l’adulto dà per scontate molte cose
    che, per un bambino di 3-4 anni, scontate non sono.
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    Un esempio. Nella situazione che vede dei bambini con una palla colorata in mano la consegna
    verbale è :“Vai con i piedini sopra ad una riga segnata a terra di colore uguale o diversa dal
    colore della tua palla.”
    Prima della consegna dovrò verificare se
    – il bambino conosce tutti i colori che sto per chiamare,
    – comprende pienamente il significato dei termini “uguale” e “diverso”
  • Le eventuali correzioni degli esercizi vanno limitate allo stretto necessario, perché i
    bambini di questa età sono scarsamente capaci di elaborare queste informazioni e comunque
    l’importante resta il fatto che il bambino realizzi un’attività motoria adeguatamente intensa,
    variata e significativa, che lasci spazio alla sua libera interpretazione.
  • Introduzione delle regole del gioco nelle attività motorie.
    La loro “scoperta” da parte dei bambini nasce nel momento stesso in cui ci si accorda per
    giocare. È noto infatti che, a seconda delle circostanze, degli oggetti e delle infinite variabili
    ambientali, i bambini sono capaci di riadattare qualsiasi gioco di cui conoscono i meccanismi
    attraverso altrettanti varianti nelle regole. Nei giochi infantili l’aspetto più affascinante è
    costituito dal “gioco” continuo di fare e disfare le regole quasi che, modificandole di continuo,
    il gioco iniziato si presenti come nuovo, diverso.
    Nei giochi di movimento e nelle attività motorie il compito dell’insegnante e dei bambini è
    quello di “smontare” e “rimontare” un gioco, come un bambino può fare con un giocattolo,
    alla scoperta delle sempre più diverse regole e dei diversi modi di funzionamento del corpo
    che si muove.
    Ogni regola e modo di funzionamento costituirà, a sua volta, un motivo per nuove invenzioni
    di giochi. Scoprire le regole, inventarle, provare a cambiarle, accettarle o meno, renderle più
    facili per poter giocare tutti e subito costituisce di per sè un gioco sempre nuovo, diverso
    sotto la regia attenta ed esperta dell’insegnante.

Una seria riflessione va fatta anche sul tasso di impegno motorio, poiché ad un tasso scarso
corrispondono pochi apprendimenti, pochi progressi, poco interesse e poca motivazione per
la disciplina praticata.
I lunghi periodi di attesa, ad esempio, possono causare noia, comportamenti devianti e
concorrere a far sorgere il pericolo di incidenti.
A questo proposito è bene ricordare che molto spesso periodi di inattività sono causa diretta
anche di problemi di carattere disciplinare.
I bambini di questa età, come già sottolineato, sentono un grande desiderio di muoversi e
quindi, avendo l’opportunità di farlo, per soddisfare il loro desiderio tendono a non rispettare
alcune regole di comportamento.
Proprio tenendo conto dei loro bisogni, il problema della disciplina nella classe verrà risolto
più facilmente con l’aumento massimo del tempo di attività, piuttosto che con le “lotte” contro
comportamenti scorretti, che sono maggiormente presenti quando i bambini non hanno niente
altro da fare, quando le attività non sono interessanti, quando sono troppo semplici o troppo
difficili e quindi causa di errori frustranti.

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